Presso l’osteria romana milano Giulio Pane Ojo, tra le atmosfere chic degli interni e il rinnovato dehors, si possono gustare il rombo con carciofi e patate, le mazzancolle alla romana e il baccalà in diverse forme: fritto in pastella oppure in umido, con cipolla, pinoli, uva passa, olive e pomodoro. Immancabili sono poi i piatti iconici come gricia, carbonara e saltimbocca. Una buona osteria romana si distingue per la ricerca di chicche, ogni provincia ce le ha e ci si deve lavorare sopra. Proprio come sino agli anni ’70 si faceva con lo sfuso. Il vino non può pesare nel conto più di un piatto, ma se la ricerca è intelligente e colta, si berrà molto bene.
Un paio di antipasti, due o tre primi di cui una zuppa o minestra che dir si voglia, un paio di secondi. Un dolce, la frutta. L’ambiente dell’osteria romana è semplice e di poche pretese, ci si rilassa prendendosi tempo e si pensa più a mantenere la tradizione che a innovare con piatti particolari. I piatti da scegliere sono diversi e spesso anche fissi nei giorni della settimana. E, dettaglio non irrilevante, di solito si spende poco o comunque il giusto per gustare cibi tipici di una volta che ormai si trovano in pochi posti. La regina – la prima cosa che viene in mente a tutti – è senza dubbio la pasta alla carbonara.
L’osteria romana classica, quantomeno nella sua idealizzazione un po’ caricaturale ed estremamente iconografica, dovrebbe avere dei tavoli in strada, l’oste che recita il menu enfatizzando la veracità della cucina e almeno un cantante o una piccola band che si esibiscono per la clientela in qualche stornello tipico. Per quanto riguarda i piatti, porzioni abbondanti di pasta all’amatriciana, trippa fumante e cascate di vino rigorosamente rosso sono un must dal quale non si può prescindere. Aperta anche a pranzo, l’osteria romana è ormai un fantastico punto di ritrovo per chi vive e lavora in zona.